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EVENTI ANNUALI
Festa della Ra(i)na: luglio
Sagra patronale: settembre (prima domenica)
CENNI STORICI
Semiana è un piccolo Comune della Provincia di Pavia situato nella parte sud-occidentale della Lomellina quasi ai confini con il Piemonte, in quel fazzoletto di pianura dalle caratteristiche quasi mesopotamiche definito dal corso del fiume Po, dal Sesia e dal torrente Agogna.
Il paese è situato sulla strada provinciale 5 che, staccandosi come un ramo laterale dal tronco principale della Pavia-Alessandria all’altezza di Lomello, raggiunge Casale Monferrato attraverso Valle Lomellina e Candia Lomellina. Possiede le caratteristiche dei piccoli centri agricoli della Lomellina che hanno visto diminuire drasticamente la propria popolazione nel corso della seconda metà del secolo scorso.
Ciò nonostante Semiana ha saputo mantenere un minimo di strutture commerciali e di servizi, che consentono comunque di soddisfare agevolmente le necessità quotidiane dei residenti.
L’attività economica principale resta comunque l’attività agricola che si esplica principalmente nella coltivazione del riso, essendo il Comune situato al centro del comprensorio dove trovano sede grandi riserie che contribuiscono a mantenere alto il livello di occupazione.
Le lunghe cortine di fabbricati residenziali edificati ai lati delle principali direttrici costituiscono la principale caratteristica architettonica dell’abitato che ha mantenuto nel tempo il proprio impianto originario. Non pochi sono i fabbricati che presentano caratteristiche di qualità molto superiori alla normale edilizia rurale.
Dal punto di vista monumentale le uniche evidenze sono costituite dalla chiesa parrocchiale dei santi Ippolito e Cassiano, dalla chiesa della SS. Trinità risalente alla seconda metà del XVIII secolo, ora di proprietà privata, e dalle vestigia del castello.
La chiesa parrocchiale fu edificata a partire dal XVI secolo ampliando una cappella facente parte dell’antico cimitero. Vi predicarono probabilmente anche l’abate Vittorio Pellion di Semiana, canonico di Superga di Torino (1742), e l’abate Carlo Tommaso Pellion di Persano, dell’Ordine dei Domenicani, quaresimalisti famosi alle rispettive epoche. Del cosiddetto castello, in realtà una residenza padronale del XVII secolo, rimane parte di una torre, resti di decorazione in cotto e un portico a cinque aperture.
Degno di nota è il monumento ai caduti, situato lungo il viale di via Marconi, opera dell’artista lomellino Annibale Ticinese (nato a Semiana il 28 agosto 1885 e morto a Semiana il 15 maggio 1965) che visse e operò a Semiana e al quale è stata dedicata la piazza principale del paese di recente realizzazione.
Il toponimo di questa località della Lomellina è di etimologia molto incerta. Alcuni fanno derivare Semiana da un luogo appartenente alla romana “Gens Salvia”, altri forse dal nome proprio latino Similius da cui l’aggettivo Similiamus, altri ancora dall’antica Salvania, fondata dai Salvi, popolazione proveniente dalla Provenza.
In ogni caso fu abitata in epoca antica, come testimoniato dal ritrovamento di un ripostiglio di oggetti di bronzo risalenti a ai secoli XII-X avanti Cristo.
Nel 223 i Romani invasero la lomellina, che entrò così a far parte della pertica municipale di Ticinum romana. Dopo la caduta dell’Impero Romano, Semiana seguì la sorte di tutta la Lomellina; fu invasa dai Eruli, dai Franchi, dai Goti e dai Longobardi che, guidati da Alboino, nel 568 arrivarono in Italia, attraverso i valichi alpini.
Nel 774 Carlo Magno, dopo aver vinto l’ultimo re dei Longobardi, Desiderio, divide l’Italia in comitati e Semiana fu assegnata al comitato di Lomello. L’avvento intorno all’anno 1000 dei Conti Palatini, che erano Conti di Lomello e Conti di Pavia, se da una parte dà lustro e importanza al nostro territorio, dall’altra ne protrae nel tempo l’ordinamento feudale.
Semiana fa parte del feudo di Mede a partire dal XII secolo, seguendone le sorti prima sotto i Visconti e dopo sotto gli Sforza sino al 1466, quando sarà assegnata a Pietro Giorgio Sannazzaro.
Durante il periodo sforzesco, con il rinnovarsi dei centri abitati, l’intero territorio della Lomellina sarà sottoposto a un’intensa attività di valorizzazione agraria, con la costruzione di canali, prosciugamento di paludi, opere queste che continueranno sino ai nostri giorni, facendo di un territorio per sua natura difficile alle colture, uno dei più produttivi d’Italia.
Nel 1647 subentrarono i Rejna, famiglia di origine spagnola, e poi i Pellion di Persano, da cui discese l’ammiraglio che comandò la flotta italiana contro quella austriaca nella sfortunata battaglia di Lissa nel 1866.
Il Risorgimento trova il territorio in primo piano per i sacrifici e le requisizioni imposti dalle invasioni austriache nella prima e nella seconda guerra d’Indipendenza. Con il trattato di Utrecht del 1713, che pone fine alla guerra di successione spagnola, Semiana è aggregata al Piemonte.
Durante il periodo napoleonico è inglobata nella Repubblica Cisalpina (1801), poi nel Regno d’Italia (1805-1814): all’interno del Dipartimento di Agogna costituirà il distretto di Vigevano, a sua volta diviso nei Cantoni di Vigevano, Mortara, Garlasco e Mede.
Con il ritorno dei Savoia, nel 1818 si realizza la Provincia di Lomellina, che per la prima volta nella storia unisce l’intera regione sul piano amministrativo. Con l’unità d’Italia la Lomellina è unita alla Lombardia attraverso la formazione della Provincia di Pavia.