Piazza Bartellini 18
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Sito Internet: www.comune.ferreraerbognone.pv.it
Posta elettronica: anagrafe@comune.ferreraerbognone.pv.it
EVENTI ANNUALI
- Sagra patronale (San Giovanni Battista): giugno
- Sagra d’Ottobre: la terza domenica d’ottobre
- Palio dello Spaciapulè: ottobre
CENNI STORICI
La presenza di una comunità organizzata nel territorio di Ferrera Erbognone è antichissima. Negli anni scorsi lungo il corso del torrente Erbognone furono ritrovati alcuni reperti della tarda età del bronzo risalenti al XIV-XIII secolo avanti Cristo.
La nascita del borgo di Ferrera si fa risalire all’epoca romana. Dal latino deriverebbe il toponimo Ferraria, per via di alcune vene di ferro presenti nel sottosuolo: così pensava lo storico pavese Siro Capsoni.
Il secondo toponimo, Erbognone, deriva chiaramente dall’omonimo torrente che attraversa il territorio comunale da nord a sud. Il corso d’acqua assume il nome Erbognone solo nell’ultimo tratto, proprio in territorio di Ferrera: più a nord è noto come Arbogna, dal nome gentilizio latino Albonius. In alcune cartine topografiche del Settecento il borgo è individuato come Ferrera d’Arbogna. Molto spesso il paese è identificato anche come Ferrera Lomellina, come testimoniato ancora oggi dalla stazione ferroviaria della linea Pavia-Torre Beretti-Valenza-Alessandria, inaugurata nel 1862.
Notizie particolari dei suoi primi secoli di vita non se ne hanno: è fuori di dubbio, comunque, che il borgo fosse già sviluppato nella tarda età imperiale. A nord dell’abitato correva la via di comunicazione che collegava Ticinum (Pavia) ad Augusta Taurinorum (Torino) nei secoli dell’Impero romano. In Lomellina l’antica strada collegava Duriæ (Dorno) a Laumellum (Lomello).
In epoca longobarda Ferrera seguì le sorti di Lomello, vicinissima e influente. Lungo i secoli si arriva alla fine del primo millennio dell’era cristiana. Le prime testimonianze di una comunità organizzata sono rappresentate dalla chiesa di Santa Maria della Fede o di San Giacomo, di cui si è persa ogni traccia. Secondo le carte sorgeva nei pressi della ghiacciaia di via Giovanni da Ferrera.
Nel Medioevo il borgo fu quasi sicuramente fortificato: l’unica testimonianza sembra essere la casaforte che sorge nella parte orientale del paese, verso Sannazzaro.
Per un certo periodo, Ferrera fu feudo dei Sannazzarii: il borgo era già citato in documenti firmati da Federico I Barbarossa nel 1164 e da Enrico IV nel 1311. In un atto del 4 marzo 1316 si legge di un Francesco Sannazzaro de Ferraria. Nel 1395 a Praga l’imperatore Venceslao confermava il privilegio del territorio al ramo della famiglia noto come “Sannazzarii da Ferraria”.
Nel Catasto pavese del 1250 sono citate anche alcune località del paese come Mellendraria e Domus Marianorum: si può ipotizzare che il primo toponimo sia la cascina Malandrana, abbattuta circa trent’anni fa. Altri sostengono che il secondo nome sia da attribuire alla Confaloniera. Per il resto, Ferrera seguì le sorti della famiglia aristocratica dei Malaspina, di cui rappresentò una parte del feudo dal 1431 fino all’arrivo dei francesi, alla fine del Settecento.
Alla metà dell’Ottocento i cittadini di Ferrera assistettero in prima persona alle vicende risorgimentali. In particolare, una leggenda vuole che il fantasma di un soldato austriaco ucciso in paese aleggi ancora sulle acque del cavo Quintone. Alle guerre d’Indipendenza partecipò anche il generale di cavalleria Enrico Strada, nato a Ferrera nel 1820 e morto a Torino nel 1888. Nella prima guerra d’Indipendenza del 1848-49 ricevette due medaglie d’argento: prese parte anche alla seconda guerra del 1859. Nel 1866, durante la terza guerra d’Indipendenza, combatté a Villafranca caricando gli austriaci alla testa del Savoia Cavalleria: fu decorato di medaglia d’oro al valor militare. È sepolto a Ferrera nel mausoleo di famiglia.
Due gli eventi del Novecento assurti alla cronaca nazionale. Nel 1902 il celebre brigante monferrino Francesco De Michelis, detto il “Biundén”, e Luigi Fiandi (“Murät”) uccidono il carabiniere Andrea Capoani e la guardia campestre Teodoro Baldi vicino alla linea ferroviaria. Nel 1912 un imponente sciopero di mondine porta all’arresto della “pasionaria” Maria Provera: questo fatto diede spunto alla nascita del famoso canto popolare “Il ventiquattro di maggio a Ferrera”, noto anche come “La canzone di Maria Provera”.
CHIESE E MONUMENTI
Secondo alcune fonti, la torre campanaria fu costruita verso il XII secolo in mattoni a pietra vista, così come appare ancora oggi. Era utilizzata come torre di avvistamento. Una leggenda tramandata dai più anziani vuole che la torre fosse già in piedi durante il periodo della regina Teodolinda, nel VI secolo dopo Cristo.
La chiesa parrocchiale, dedicata a san Giovanni Battista, fu costruita in stile romanico. Prima del XIII secolo la parrocchia dipendeva dal convento cluniacense di San Maiolo di Pavia: in seguito passò alle dipendenze della chiesa di Santa Maria di Lomello. L’edificio è citato nelle “Rationes decimarum” del 1322-23. La chiesa fu restaurata nel XVI secolo e, in seguito, assunse caratteristiche barocche. Nel XVIII secolo fu ampliata con l’aggiunta delle due navate laterali. L’ultima costruzione fu l’ampliamento del coro, avvenuto nel 1913. All’interno si notano cinque altari: l’altare maggiore, in marmo, è di stile barocco. Di fronte si trova un caratteristico presbiterio a forma di mosaico, realizzato nel 1840. Gli altari laterali, anch’essi in marmo, risalgono al Settecento. La chiesa conserva anche affreschi dei pittori Villa di Vigevano e di Annibale Ticinese di Semiana. Notevole anche una statua lignea della Madonna, datata 1766. Nel 1920 don Antonio Cuzzoni fece costruire la grotta di Lourdes, con relativo altare, in memoria dei soldati di Ferrera morti nella Grande guerra.
L’altare della navata destra della chiesa parrocchiale conserva un pregevole dipinto di Guglielmo Caccia, detto il Moncalvo. Alla fine del Cinquecento il celebre artista dipinse la Madonna del Rosario.
Fra i palazzi civili degni di nota sono palazzo Strada e l’antica casaforte di corso della Repubblica. Palazzo Strada è situato in via Roma: oggi sede dell’Ecomuseo del paesaggio lomellino e delle associazioni locali, conserva alcune pregevoli volte affrescate. La costruzione di corso della Repubblica è dotata di una torretta con fregio dentellato in cotto: nel XVIII e XIX secolo vi abitarono gli Strada, famiglia di “nobiluomini”. L’antica ghiacciaia degli Strada, visibile fra le vie Roma e Giovanni da Ferrera, è una preziosa testimonianza della civiltà contadina lomellina. La struttura in mattoni a forma sferica, un frigorifero ante litteram, era utilizzata per la conservazione del cibo.
Nel XIV secolo il borgo diede i natali a Giovanni da Ferrera, uno dei più celebri architetti dell’epoca. È famoso per aver progettato il ponte Coperto di Pavia, sul fiume Ticino, costruito nel 1351 su un preesistente ponte romano.