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CENNI STORICI
Lambito dal torrente Agogna, a un passo da Mortara, tra Lomello, Cergnago e San Giorgio, Velezzo si trova sulla medioevale via Francigena, a 98 metri sul livello del mare. L’importanza di Velezzo, nella storia, è soprattutto religiosa; dal punto di vista civile costituiva ancora nel XVIII secolo solo una cascina, così come cascine erano Campalestro (feudo dei Maletti nel 1470 e dei Bigli nel 1525) e Terno, i cui feudatari furono i Giussano. Solo nel 1806 queste cascine, che costituivano comuni autonomi, furono unite a Velezzo.
Attualmente le cascine presenti sul territorio comunale, che ha una superficie di 8,6 chilometri quadrati, sono Campalestro, Pieve, Claudia, Balossina, Barboglio, Terno e Malpaga. Oggi poco più di cento velezzini, con una densità abitativa di 11,98 abitanti per chilometro quadrato, vivono in questo tranquillo borgo nel cuore della Lomellina: luogo senza tempo, di straordinario fascino, dove la vita agreste è ancora tra le principali fonti economiche. Sede di un insediamento molto antico, come testimonia il suo nome romano o romanizzato, “Valitium” (accampamento di veliti, cioè fanti romani), molto affine a quello della città latina di “Veletiae”.
Il territorio di Velezzo ha fornito importanti reperti archeologici, tra cui un’ascia di bronzo, di grande valore storico, ora conservata al museo delle antichità di Torino. Scavi condotti a più riprese, durante il XIX secolo e agli inizi del XX comprovano che il borgo lomellino, abitato già all’età del Bronzo, divenne importante centro romano e altomedioevale. Nel XVI secolo Carlo V lo concesse ai Biglia di Milano.
Tre le direttrici: una verso Lomello, una verso Semiana e una verso Olevano e Cergnago. Nel centro del paese, un’importante cascina, a corte lombarda, è situata su un preesistente castello. All’interno una piccola chiesa del XVII secolo, dedicata all’Immacolata Concezione, conserva affreschi del pittore lomellino Annibale Ticinese. Anche il territorio su cui si estende il comune è ricco di fascino e di storia. Sulla direttrice che porta a Cergnago, s’incontra la frazione di Campalestro, un agglomerato di cascine un tempo molto abitato dove, all’interno di una tenuta agricola, sono visibili i resti di un antico monastero. Sulla strada che porta a Lomello, in mezzo alla campagna, in località Pieve, sorge un complesso architettonico di incredibile suggestione presente già dal X secolo, con una delle più antiche chiese plebane della Lomellina, dedicata alla natività della Beata Vergine Maria. Il luogo è deserto e le antiche costruzioni sembrano perdersi nell’immensità della campagna tra i filari dei pioppi ed il cielo. La Pieve è uno dei luoghi più antichi della Lomellina, forse il primo centro cristiano di questa terra, situato al di fuori dell’abitato di Lomello, all’epoca maggiore città della zona, e a poca distanza dalla strada per le Gallie. Già in decadenza nel IX secolo, la Pieve, dopo il Mille perde la sua autonomia e diventa dipendenza della chiesa di Lomello, tanto da essere indicata dal popolo come Santa Maria Minore. Attualmente la chiesa conserva notevoli tracce dell’originaria architettura romanica, fra cui l’abside, il campanile e gli elementi decorativi del fianco che da verso il cortiletto.
Accanto alla chiesa vi è il battistero di San Giovanni Battista di forma cilindrica, con protiro; realizzato nell’XI secolo in pietra e mattoni a spina di pesce, decorato esternamente con due ordini di lesene e archetti pensili. Pieve e battistero sono stati, negli anni, argomento di studi e di interventi tra cui quello di Paolo Verzone (“La Pieve di Velezzo”), ripreso dal mortarese Francesco Pezza nei suoi vari lavori. Il professor Carlo Calvi li cita nei “Cenni storici della Lomellina”, mentre Giuseppe Mazza e Mario Merlo ne scrivono su “Guida della Provincia di Pavia”. Già nel 1929 il beato padre Francesco Pianzola parla della Collegiata della Natività di Maria Santissima, sita nel comune di Velezzo, indicandola come la prima pieve della Lomellina. Il 1° novembre 1996, su “il Giorno”, Mario Soldati dedica ampio spazio a questo angolo di Lomellina.
Proseguendo sulla strada che da Velezzo porta a Lomello, a poca distanza dalla pieve, vi è l’oratorio della Madonna dello Zocco. Luogo davvero magico presso il torrente Agogna, fondato in epoca antica come tempio pagano e più volte rimaneggiato, è luogo di prodigi tramandati dalla tradizione. La Madonna, oggi raffigurata nell’affresco interno alla piccola chiesa, sarebbe apparsa su un ceppo trascinato dalla corrente per salvare una bambina che stava per annegare nell’Agogna. Ancora oggi la sacra immagine è meta di fedeli che la venerano e ne invocano la protezione, traendone sollievo e speranza.