La raccolta della cipolla rossa di Breme è da secoli eseguita manualmente, ma da qualche anno alcuni produttori utilizzano un macchinario capace di raccogliere un ortaggio migliore. Lo sviluppo di questa attrezzatura è contenuto nella tesi di laurea di Carlotta Aceti, figlia di Marco, uno dei sedici produttori bremesi. La 24enne neolaureata ha concluso il ciclo di studi all’Università Cattolica di Milano, facoltà di Economia, corso di Gestione dell’innovazione e della tecnologia. «Ho inserito – spiega Carlotta, che si era diplomata all’istituto per ragionieri “Leardi” di Casale Monferrato – un preambolo a mio parere non secondario: ho iniziato a conoscere bene il mondo della cipolla rossa grazie ai due anni di confinamento anti Covid-19. Dovendo stare tutto il giorno a Breme, ho pensato di approfondire le tecniche utilizzate da mio padre e dagli altri produttori: in un certo senso ho riscoperto le mie radici». Così la studentessa ha pensato di incentrare la sua tesi, scritta tutta in lingua inglese così come in inglese sono ormai i nomi delle facoltà e dei corsi universitari, sull’evoluzione tecnologica del settore agricolo. «Sono partita – aggiunge – dall’esempio di un ingegnere britannico che ha costruito una seminatrice per arrivare, nel capitolo finale, alla cipolla, prodotto comunque di nicchia. Ho illustrato ai relatori e al pubblico i tre macchinari assemblati da mio padre e da altri produttori locali, cui va il merito di aver pensato e realizzato un modello innovativo». Da secoli gli ortolani bremesi raccolgono le cipolle rosse a mano utilizzando una tecnica molto semplice: afferrando l’ortaggio dal ciuffetto che spunta dal terreno. «Ma si deve pensare – aggiunge Carlotta – che la cipolla ha radici molto spesse e lunghe e quindi c’è il rischio che il gambo si possa rompere e che l’ortaggio non arrivi a maturazione. Invece, il macchinario dei produttori riesce a smuovere la terra sotto la cipolla e a tagliare le radici in modo da favorire la successiva raccolta. Questi passaggi, che velocizzano notevolmente il processo di raccolta, sono possibili anche perché le file sono distanziate, considerato il fatto che la cipolla necessita di un grande spazio per crescere».
Durante la presentazione della tesi, inoltre, Carlotta Aceti ha spiegato che negli ultimi 15 anni la produzione è aumentata da 150 a oltre mille quintali su una superficie di circa 120 pertiche milanesi, circa otto ettari. Nel giugno 2008 il Comune aveva istituito il marchio Denominazione comunale d’origine (Deco) e nel novembre 2014 la cipolla rossa era stata la prima varietà orticola da conservazione di tutta la Lombardia a essere iscritta nel Registro nazionale.
Umberto De Agostino