Una raccolta costituita da 260 oggetti che vanno dalla preistoria all’età rinascimentale, ma particolarmente ricca in relazione all’età della romanizzazione della Lomellina (II-I secolo avanti Cristo) e alla prima epoca imperiale (I-II secolo dopo Cristo). La collezione archeologica di Antonio Strada (1904-1968) sarà visitabile fino al 4 dicembre in una sala dal Museo archeologico nazionale della Lomellina, collocato nella terza scuderia del Castello sforzesco di Vigevano e diretto da Stefania Bossi. All’inaugurazione di giovedì 9 febbraio c’erano anche Francesco Berzero, presidente dell’Ecomuseo, e il sindaco di Breme Cesarina Guazzora.
L’ampia raccolta di Strada, proprietario del castello di Scaldasole e dei terreni annessi, fu costituita raccogliendo sia materiale proveniente dal dissodamento dei terreni agricoli sia oggetti già conservati dai suoi avi a partire almeno dal 1870. Con il passare del tempo si arricchì di reperti ritrovati in varie località della Lomellina, in parte provenienti dall’acquisto di collezioni private.
«L’esposizione completa degli oggetti – spiega Rosanina Invernizzi, co-curatore scientifico della mostra – ci permettere di cogliere anche i modi della formazione della raccolta, che si configura come “collezione di collezioni”. Ai reperti già posseduti dai suoi antenati, Strada aggiunse altri nuclei acquistati da collezionisti della Lomellina: tra loro, in particolare, la raccolta Steffanini di Mortara (che comprendeva la coppa di Aristeas) e la raccolta Volpi-Nigra di Lomello, che includeva anche reperti di provenienza magno greca».